
DICO BENE O DICO GIUSTO?
Le cipolle, erano conosciute già dai romani e furono ampiamente utilizzate anche nel Medioevo per curare piccole malattie e disturbi. Un aneddoto che si racconta spesso nelle famiglie contadine pugliesi riguarda il potere curativo delle cipolle. Si dice che, durante un inverno particolarmente rigido e pestilenziale del 1300, una serie di epidemie di peste si scatenò nel sud Italia. Sebbene non vi fosse ancora una comprensione scientifica delle malattie come oggi, si credeva che alcune piante potessero aiutare a "purificare l'aria" e a proteggere dalla malattia.
Il "rimediario" di una contadina pugliese:
In una piccola comunità della Puglia centrale, una contadina di nome Lucia, che abitava nei pressi di Andria, divenne celebre per aver aiutato la sua famiglia e alcuni vicini a sopravvivere alla peste grazie a un rimedio fatto di cipolle. Si racconta che Lucia, sapendo che la cipolla aveva proprietà antiseptiche e antibatteriche, iniziò a distribuire alle famiglie del suo paese delle cipolle crude, invitandole a mangiarle fresche o a metterle vicino al letto durante la notte, in modo che il forte odore pungente potesse "purificare l'aria" e proteggere i membri della famiglia.
Lucia, poi, preparava anche una zuppa di cipolle con brodo caldo, olio d'oliva, pepe nero e un po' di pane raffermo. Questo piatto semplice, ma dal sapore forte e deciso, veniva considerato capace di stimolare le difese immunitarie e di dare calore nelle fredde notti d'inverno. La zuppa di cipolla divenne quindi non solo un piatto comune, ma anche una "cura" contro la malattia, che molti pugliesi usavano durante le stagioni fredde, quando le malattie erano più diffuse.